Come creare un Content Silo per scalare le SERP in 3 passi

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Nel corso della vita di un sito, ci accorgiamo presto che pubblicare articoli non basta per farsi notare sui motori di ricerca. Serve un metodo per dare ordine e coerenza ai contenuti, altrimenti rischiamo di disperdere valore.

Qui entra in gioco il content silo, un sistema semplice ma efficace per strutturare le pagine in modo logico. Seguendo 3 passi essenziali, possiamo aiutare i motori di ricerca a comprendere meglio il nostro sito e aumentare le possibilità di scalare le SERP.

Cosa significa creare un Content Silo

Creare un content silo significa organizzare i contenuti del sito in gruppi tematici ben definiti. Ogni gruppo (o silo) raccoglie pagine e articoli che trattano uno specifico argomento, collegati tra loro da un filo logico.

Si tratta di un approccio che aiuta i motori di ricerca a capire la struttura del sito, identificando quali sono le aree principali e quali contenuti rafforzano l’autorità su un determinato tema. E non è solo SEO tecnica: un buon silo migliora anche la navigazione per gli utenti, che trovano più facilmente ciò che cercano.

Passo 1 – analizzare l’architettura del sito

Il primo passo per costruire un content silo efficace è analizzare l’architettura attuale del sito. Dobbiamo capire come sono distribuiti i contenuti, quali sono le aree tematiche già presenti e dove si trovano eventuali sovrapposizioni o lacune.
La mappatura ci permette di individuare i punti di forza e le sezioni da ristrutturare. Per farlo possiamo utilizzare strumenti di crawling, sitemap visuali o semplici schemi manuali, purché ci diano una visione chiara e completa della struttura esistente.

  • Screaming Frog SEO Spider
  • Sitebulb
  • Google Search Console (per verificare copertura e indicizzazione)
  • Mappa mentale o diagramma di flusso per visualizzare le sezioni

Puoi anche farti aiutare da ChatGpt ad esempio fornendogli l’elenco delle tue tassonomie (categorie e tag) o anche le sitemap.

Passo 2 – organizzare i contenuti per tematiche

Una volta analizzata la struttura, possiamo iniziare a riorganizzare i contenuti in base alle aree tematiche individuate. Ogni silo deve avere un contenuto principale (detto anche pillar article), che funge da punto di riferimento per i contenuti secondari collegati.

I collegamenti interni devono essere progettati per rafforzare la coerenza del silo: i contenuti secondari linkano sempre al pillar, mentre i link tra silo diversi devono essere ridotti al minimo per evitare di disperdere rilevanza. Una struttura che permette ai motori di ricerca di riconoscere con chiarezza le gerarchie e attribuire maggiore autorità ai temi centrali.

  • link laterali minimizzati (tra silo diversi)
  • contenuto pillar (approfondimento generale)
  • contenuti secondari (articoli specifici, guide, approfondimenti)
  • link interni verticali (dal secondario al pillar)

Passo 3 – ottimizzare per le query di ricerca

Dopo aver costruito i silo tematici, è fondamentale ottimizzare i contenuti per le query di ricerca più rilevanti. E questo ovviamente significa identificare le famiglie di parole chiave principali per ogni silo e assicurarsi che i contenuti rispondano in modo diretto e completo alle intenzioni di ricerca degli utenti.

Il contenuto pillar deve coprire l’argomento in modo ampio, mentre i contenuti secondari devono approfondire sotto-temi specifici. È importante anche monitorare regolarmente le prestazioni, aggiornare i contenuti quando necessario e verificare che i collegamenti interni rimangano coerenti nel tempo.

  • ricerca keyword per ogni silo (con strumenti SEO come Semrush, SeoZoom Ahrefs, Google Keyword Planner)
  • ottimizzazione dei titoli, meta description e testi
  • analisi dei dati di traffico e delle posizioni (con Google Search Console e Analytics)
  • aggiornamento periodico dei contenuti per mantenerli rilevanti
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