Come fare un Audit SEO Gratis con Lighthouse e Search Console

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Lo sai che puoi fare un controllo SEO gratuito usando strumenti messi a disposizione direttamente da Google? Con Google Lighthouse e Google Search Console, possiamo capire quanto il sito è veloce, quanto è accessibile, quali errori bloccano l’indicizzazione e dove possiamo migliorare.

Non servono competenze tecniche avanzate: basta sapere dove cliccare e come leggere i report per ottenere informazioni preziosissime!

Perché fare un Audit SEO fai da te

Fare un piccolo audit SEO fai da te è il primo passo per capire come sta andando il nostro sito sui motori di ricerca e cosa c’è che non va. Anche con un semplice un controllo base possiamo scoprire problemi di caricamento, errori tecnici, pagine non indicizzate e elementi che rallentano l’esperienza utente. Anche senza strumenti a pagamento, possiamo individuare aspetti da correggere che potrebbero migliorare la visibilità online.

Tramite questi strumenti gratuiti possiamo:

  • individuare problemi di velocità e performance
  • verificare errori di indicizzazione e copertura
  • controllare se il sito è ottimizzato per i dispositivi mobili
  • ottenere suggerimenti pratici per migliorare

Come usare Google Lighthouse per controllare il sito

Google Lighthouse è uno strumento integrato direttamente nel browser Chrome (e nei browser chromium come Brave), dentro i DevTools. Per usarlo basta aprire il sito che vogliamo analizzare, cliccare col tasto destro, selezionare Ispeziona e andare sulla scheda Lighthouse (oppure Fn+F12).

Da qui possiamo lanciare un audit rapido e completo scegliendo cosa analizzare: performance, accessibilità, best practices e SEO. Una volta generato il report, vedremo una serie di punteggi (da 0 a 100) e un elenco dettagliato di problemi trovati, con spiegazioni su come risolverli.

Google Lighthouse analizza il sito e genera un report diviso nelle quattro sezioni principali.

  • Performance misura quanto velocemente il sito carica e diventa interattivo. Qui troviamo indicatori come First Contentful Paint (FCP), che indica quando viene mostrato il primo contenuto visibile, e Time to Interactive (TTI), che misura quando il sito diventa effettivamente utilizzabile. Questi valori sono calcolati al momento del test, come succede su PageSpeed Insights, e possono cambiare a seconda della rete e del dispositivo.
  • Core Web Vitals, invece, sono tre metriche stabili e prioritarie per Google: Largest Contentful Paint (LCP), che misura quando viene caricato l’elemento principale della pagina, First Input Delay (FID), che misura la reattività ai primi click, e Cumulative Layout Shift (CLS), che indica quanto la pagina “salta” visivamente durante il caricamento. Questi dati provengono da utenti reali, non solo da test simulati, e hanno un peso diretto sul ranking.
  • Accessibilità verifica quanto il sito è utilizzabile da persone con disabilità, controllando elementi come contrasti di colore e struttura delle intestazioni.
  • Best Practices analizza se il sito segue linee guida di sicurezza e di qualità del codice, come evitare vulnerabilità note.
  • SEO controlla aspetti base: presenza di tag titolo, meta description, uso corretto degli attributi alt per le immagini, presenza di un file robots.txt e sitemap. Non fa un’analisi completa come strumenti professionali, ma dà indicazioni utili per migliorare.

Come usare Google Search Console per trovare problemi SEO

Google Search Console è uno strumento gratuito che permette di vedere come Google vede il nostro sito. Dopo averlo collegato (basta aggiungere e verificare la proprietà con uno dei metodi proposti, come il file HTML o il tag nel codice o il plugin Site Kit per WordPress), possiamo accedere a una serie di report molto utili.

Se volessi entrare nel dettaglio per ogni sezione dovrei fare un articolo di 90.000 parole, quindi per forza di cose dovrò essere sintetico ma man mano pubblicherò articoli per approfondire i singoli argomenti.

I report principali di Search Console sono:

  • Indicizzazione: mostra quante pagine sono indicizzate, quante hanno errori, quali sono escluse, quali vanno controllate. Insomma è l’area più importante. È qui che possiamo scoprire problemi come 404, redirect errati o pagine bloccate dal robots.txt.
  • Esperienza sulle pagine: ci dice come il sito si comporta sui dispositivi reali, includendo i dati dei Core Web Vitals.
  • Shopping: che ci mostra i parametri dei nostri prodotti e schede commercianti, ovviamente compare solo se sono stati rilevati schema.org di questo tipo
  • Miglioramenti: in questa sezione Google ci darà indicazioni esplicite principalmente su schema.org, breadcrumb e altri tag o dati strutturati.
  • Impostazioni: sembra strano ma nelle impostazioni si trovano informazioni CRUCIALI come ad esempio le statistiche di scansione e il rapporto sui robots.txt.

Cosa sono gli errori nell’area indicizzazione di Search Console

Nella sezione Indicizzazione di Search Console troviamo un elenco di stati delle pagine che ci aiutano a capire perché certe URL non sono visibili nei risultati di ricerca. Vediamo i principali e cosa significano:

  • Pagina alternativa con tag canonical appropriato → indica che Google ha capito che quella pagina è una copia e sta dando priorità all’URL indicato come canonical. Non è un errore, ma è utile sapere quali pagine vengono considerate copie.
  • Errore del server (5xx) → significa che quando Google ha provato a scansionare la pagina ha ricevuto un errore lato server. Serve controllare il server per capire cosa ha causato il problema.
  • Pagina scansionata, ma attualmente non indicizzata → Google ha visitato la pagina, ma ha deciso di non inserirla nell’indice. Non sempre è un errore: può succedere per contenuti duplicati o di bassa qualità.
  • Esclusa in base al tag “noindex” → la pagina ha un tag noindex che dice esplicitamente ai motori di ricerca di non indicizzarla.
  • Non trovata (404) → la pagina restituisce un errore 404 (pagina non trovata). Serve capire se è un link rotto da correggere o una pagina rimossa volontariamente.
  • Pagina con reindirizzamento → Google ha trovato un redirect su quell’URL. Anche qui non è per forza un errore, ma bisogna verificare se il redirect è corretto.
  • Pagina duplicata senza URL canonico selezionato dall’utente → Google ha trovato pagine duplicate, ma non è stato indicato un canonical, quindi decide autonomamente.
  • Bloccata da robots.txt → il file robots.txt sta impedendo a Google di accedere alla pagina. Serve controllare se è voluto.
  • Pagina duplicata, Google ha scelto una pagina canonica diversa da quella specificata dall’utente → Google ha ignorato il canonical impostato e ha deciso quale versione preferire. Da monitorare attentamente.
  • Rilevata, ma attualmente non indicizzata → Google conosce l’URL, ma per ora non l’ha messa nell’indice.

Checklist finale: cosa controllare sempre

Per fare un buon audit SEO gratuito usando Google Lighthouse e Search Console, conviene seguire sempre una checklist semplice per non dimenticare i punti chiave.

Ecco cosa non deve mai mancare:

  • Analizzare i Core Web Vitals per verificare velocità e stabilità visiva
  • Controllare l’indicizzazione delle pagine, verificando errori come 404, redirect errati (e il loro numero in chain), blocchi da robots.txt, tag noindex
  • Esaminare i meta tag (titoli, descrizioni) e la struttura HTML per assicurarsi che siano ottimizzati
  • Verificare l’ottimizzazione per mobile per evitare problemi di usabilità
  • Controllare i backlink e individuare le pagine che portano più traffico
  • Correggere tutti gli errori evidenziati nei report di Lighthouse e Search Console
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